Diteggiatura

Trascrizione della lezione

La diteggiatura è un aspetto fondamentale nello studio del pianoforte. Si tratta di stabilire quale dito della mano utilizzare per suonare ogni singola nota scritta sullo spartito. Questo sistema di assegnazione delle dita alle note ha lo scopo di rendere l’esecuzione fluida, precisa ed espressiva.

Per attribuire un dito ad ogni nota si utilizza una numerazione da 1 a 5, dove 1 indica l’uso del pollice, 2 l’indice, 3 il medio, 4 l’anulare e 5 il mignolo. Questa convenzione vale sia per la mano destra che per la sinistra. La conseguenza è che la diteggiatura risulta speculare tra le due mani, in quanto l’anatomia stessa delle mani è speculare. Il pollice della mano destra è orientato verso sinistra, mentre il pollice della mano sinistra punta verso destra. Per questo ha senso assegnare i numeri in modo simmetrico.

Una diteggiatura appropriata fornisce diversi vantaggi al pianista. Innanzitutto permette di eseguire il brano in modo più scorrevole, senza intoppi o esitazioni. Ciò è dovuto al fatto che ogni dito viene utilizzato nella sua posizione più naturale e comoda. In secondo luogo, una buona diteggiatura minimizza il rischio di commettere errori, poiché le dita si muovono su posizioni conosciute e fisse. Infine, consente al pianista di concentrarsi maggiormente sull’interpretazione e sull’espressività, piuttosto che sulla pura esecuzione meccanica.

Nelle primissime fasi di studio al pianoforte è frequente esercitarsi utilizzando la cosiddetta “posizione delle cinque dita”. Consiste nel posizionare staticamente ogni dito della mano su un tasto diverso, occupando l’intera estensione della mano da pollice a mignolo. Si tratta di una impostazione didattica che ha lo scopo di sviluppare l’indipendenza e la forza delle singole dita. Tuttavia è bene ricordare che la posizione naturale della mano a riposo sulla tastiera occupa meno di cinque tasti. Mantenere le dita tese ed immobili in posizione innaturale può generare tensioni e affaticamento.

Vediamo ora quali sono gli errori più comuni che si possono commettere nell’applicazione della diteggiatura nello studio del pianoforte.

Un primo errore frequente è quello di mantenere le dita tese e rigide anche quando non si suona in posizione di cinque dita fisse. Spesso gli studenti, nel rispettare la diteggiatura indicata, tendono istintivamente a irrigidire le dita non impegnate nel suono. Questa tensione è dannosa sia perché affatica la mano, sia perché limita i naturali micro-movimenti di adattamento che permettono un suono fluido e controllato. La regola è che le dita non impegnate nel suono devono rimanere morbide, rilassate e leggermente flesse, pronte a muoversi quando richiesto.

Un altro problema ricorrente è quello di utilizzare una diteggiatura non costante quando si ripete lo stesso passaggio musicale. Può succedere, specialmente nelle prime fasi di studio, che leggendo le note si tenda istintivamente a cambiare dito ogni volta, senza memorizzare una diteggiatura fissa. In realtà è molto importante, fin dall’inizio, abituarsi ad utilizzare sempre la stessa diteggiatura quando si ripetono sequenze di note uguali. Questo permette di creare nel cervello e nei muscoli una memoria cinestetica, rendendo l’esecuzione più sicura e controllata.

Un problema che affligge soprattutto i principianti è quello di concentrarsi solo sulla diteggiatura della mano destra, trascurando quella della sinistra. Questo perché, normalmente, la mano destra svolge la melodia principale mentre la sinistra l’accompagnamento. Tuttavia, una buona diteggiatura è essenziale ad entrambe le mani. La sinistra deve seguire gli stessi principi della destra per quanto riguarda la scelta dei ditini più comodi e la costanza nelle ripetizioni. Trascurare la diteggiatura della mano sinistra può portare a imprecisioni, esitazioni e difficoltà.

Alcuni studenti, poi, tendono ad utilizzare solo alcune dita, principalmente pollice, indice e medio, evitando di coinvolgere anulare e mignolo. In realtà, per ottenere una buona agilità e potenza di esecuzione, è indispensabile imparare a usare tutte le dita della mano. Anche se all’inizio possono risultare più deboli, con l’esercizio anulare e mignolo acquistano forza e indipendenza. Limitarsi alle sole tre dita più forti porta il rischio di ricorrere a scavalcamenti innaturali e movimenti forzati.

Un difetto che si riscontra frequentemente è quello di non analizzare in maniera critica la propria diteggiatura, soprattutto quando ci si imbatte in passaggi difficili da eseguire. Può capitare che, nonostante si rispetti la diteggiatura suggerita, un determinato gruppo di note continui a risultare problematico. In questi casi è importante fermarsi e riesaminare se sia possibile individuare una diteggiatura più efficiente e naturale. L’autoanalisi e la capacità di adattare la diteggiatura alle proprie esigenze è una competenza essenziale per il pianista.

Infine, un errore frequente è quello di seguire in maniera pedissequa la diteggiatura indicata sullo spartito, senza porla minimamente in discussione. Bisogna ricordare che la diteggiatura è in gran parte soggettiva, e dipende dalla forma e dalle dimensioni della mano di ciascun individuo. Quella riportata sullo spartito è solitamente quella più versatile, adatta alla maggior parte dei pianisti. Tuttavia ci possono essere variazioni individuali dettate dalla conformazione fisica della mano e dal livello di esperienza. Per questo lo studente dovrebbe sempre mantenere un approccio critico e non considerare la diteggiatura data per intoccabile. Se necessario può sperimentare alternative che gli risultino più congeniali.

In sintesi, padroneggiare l’arte della diteggiatura è un passaggio chiave per progredire nello studio del pianoforte. Una buona diteggiatura libera la mente del pianista dalla pura meccanica esecutiva permettendogli di immergersi totalmente nell’interpretazione musicale. Applicando fin da subito alcune semplici regole, ed evitando gli errori più comuni, lo studente può rapidamente raggiungere questa competenza essenziale.

 

Dispense

PDF – La diteggiatura

 

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